Campi Flegrei

I Campi Flegrei sono costituiti da un insieme complesso di strutture geologiche, generate da eruzioni relative a più cicli vulcanici. Le rocce più antiche sono databili tra i 47.000 e i 37.000 anni fa, stratigraficamente sottoposti alle formazioni dei tufi. Altro deposito antico e connesso probabilmente con un ciclo di maggiore attività dei Campi Flegrei e Procida  o della Piana Campana, è quello della catastrofica eruzione dell’Ignimbrite Campana (42.000-24.000 anni fa), i cui depositi si rinvengono fino all’Appennino a quote di 1000 m s.l.m.Circa 11000 anni fa, dopo un lungo periodo di stasi, l’attività vulcanica riprese con il ciclo dei cosiddetti “tufi gialli”. Le formazioni di tufo giallo costituiscono l’ossatura dei rilievi collinari napoletani e flegrei. Nel ciclo recente fanno parte anche i vulcani di Agnano, Astroni, Solfatara, Baia e Averno.

Un suolo di tale complessità porta in sè le componenti preziose che conferiscono alla vite che vi viene coltivata, un insieme di caratteristiche da renderla unica e non replicabile in altro ambiente.

Impiantata nei Campi Flegrei dai primi coloni greci, la vite fu poi esportata nel resto d’Europa assumendo caratteristiche diverse a seconda dei suoli e delle condizioni climatiche ed ambientali in cui attecchiva.

Numerose le fonti storiche che attestano la provenienza della vite nonché la bontà dei vini già in epoca antica.

Oggi in questi luoghi vulcanici, i nostri vigneti producono un vino D.O.P. Campi Flegrei che esprime tutte le particolarità, nei colori e nella complessità degli odori e dei sapori, di una “terra ardente” ricca di elementi nutritivi e di un clima estremamente benigno.

Penisola Sorrentina

La struttura geologica della Penisola Sorrentina non è affatto omogenea e unitaria: in essa si distinguono parti significative di formazione (rocce dolomitiche e calcaree), parti piroclastiche proiettate e ceneri e pomici successive, costituendo, anche dal punto di vista geo – morfologico e geo- pedologico una struttura complessa. “La dorsale Monti Lattari – Penisola Sorrentina è formata in prevalenza da rocce dolomitiche, calcareo -dolomitiche e calcaree, stratificate in strati e banchi di spessore variabile. La geografia della Penisola Sorrentina infatti è notevolmente mutata in seguito alla deposizione di sedimenti di origine vulcanica ed in particolare alla deposizione del Tufo Grigio Campano che, ‘incastratosi’ in una preesistente conca, ha formato la Piana di Sorrento, circondata dai rilievi collinari su tre lati e delimitata, a Nord, dal mare. Essa costituisce, sia da un punto di vista paesaggistico che antropologico, l’aspetto più tipico e caratterizzante della Penisola Sorrentina.

Le indagini più recenti concordano nel ritenere il tufo grigio come il prodotto di una enorme eruzione a carattere esplosivo di un edificio vulcanico, il progenitore dei vulcani dei Campi Flegrei, noto come “Archiflegreo” che con questa eruzione cessò la sua attività, infatti l’esplosione causò la distruzione e lo sprofondamento della parte centrale dell’edificio con la formazione della ‘Caldera Archiflegrea’ in cui poi si sono sviluppati i più recenti vulcani flegrei.

Non a caso, lungo le falesie costiere la parte bassa della parete si presenta sempre piuttosto compatta mentre la parte alta è caratterizzata da tipiche forme di erosione eolica. Su questa complessa base è nata la viticoltura della penisola sorrentina la si può definire a pieno titolo ” viticoltura eroica” per l’asprezza dei territori su cui viene svolta che vede viti arrampicate su terrazzamenti impervi che nel contempo di affacciano su panorami mozzafiato. Cla e la pena coltivare le vite in penisola Sorrentina, i suoi vini esprimono la poliedricità dei componenti che hanno maturato la vite.
Vini estremamente fruttai, spesso frizzante, dagli aromi esplosivi che invitano alla conviviali.

Sessa Aurunca

Tale area era in passato il territorio abitato dagli Aurunci, popolo appartenente al ceppo indoeuropeo stabilitisi nella parte alta della Campania e nella parte bassa del Lazio. Il massiccio vulcanico del Roccamonfina, ormai estinto, rimane determinante nella caratterizzazione della pedogenesi locale poiché tutti i terreni agrari, in particolar modo quelli collinari, sono derivati dalla disgregazione delle colate e delle eruzioni piroclastiche avvenute in età pleistocenica. Geologicamente i terreni presenti, al disotto di una breve coltre di alterazione e fino a notevole profondità, come ricostruibile dalle osservazioni di superficie, sono prevalentemente costituiti da pozzolane e sabbie vulcaniche miste a pomici e frammenti lavici con livelli di lave tefritiche e leucitiche di età pleistocenica, provenienti dai centri di emissione del complesso vulcanico del Roccamonfina. Tale genesi ha generato terreni particolarmente dotati di tutti i macroelementi essenziali aqualsiasi coltura agraria, la presenza inoltre di un discreto corredo di microelementi, fanno di questi terreni un substrato particolarmente adatto alla coltivazione della vite rendendo i prodotti da questa derivati particolarmente pregevoli e ricchi di sostanze polifenoliche. L’eruzioni di materiali piroclastici avvenute nell’età pleistocenica erano di enorme dimensione e portata, si ricorda infatti che il complesso vulcanico del Roccamonfina è un relitto vulcanico tra i più estesi d’Europa. Alle falde del vulcano ormai spento ma che ha donato un territorio irripetibile, si trova la “Vigna Li Paoli”. Tre ettari di primitivo esposto a mezzogiorno ad un’altitudine di 400 mt.
Si chiama ROCCIA MADRE il vino che se ne ricava.
Il suo nome richiama la potenza del vulcano e la durezza della terra ricca di roccia primigenia.